Account privato o pubblico, personaggio famoso o azienda: tutti possono finire nella stessa situazione, ugualmente complicata da gestire. Innanzitutto bisogna chiarire che i blocchi si verificano perché c’è una presunta o comprovata violazione dei regolamenti. In tal caso la sospensione del proprio profilo a causa dell’infrazione di alcune norme che le piattaforme social ritengono importanti va accettata e rispettata dal momento che, quando ci s’iscrive, vengono rese note.
Al contrario, quando il blocco dell’account non è conseguenza di una violazione, è bene dedicarci una riflessione. Spesso, infatti, il sistema di supervisione dei social network attiva per qualche giorno la sospensione degli account segnalati dagli altri utenti senza alcuna verifica. Di recente è capitato al famoso divulgatore digitale Marco Montemagno, al quale YouTube ha prima bloccato (sembrerebbe per violazione delle norme della community) e poi riattivato uno dei suoi canali in cui parla di argomenti legati alle criptovalute, agli Nft e tanto altro.
Comprendere la vulnerabilità di tali canali può essere molto importante in un momento come questo, in cui i consumatori tendono sempre più ad affidarsi al web per cercare, ad esempio, un professionista della visione di riferimento o farsi un’idea di un determinato negozio di ottica che possa soddisfare le esigenze visive e non solo.
Considerando il fatto che i blocchi degli account rappresentano una scomparsa temporanea o definitiva dai canali interessati, probabilmente sarebbe il caso di agire in maniera più strategica per salvaguardare la propria presenza online.
Tutti i social sono gratuiti, per questo nulla è realmente di proprietà del titolare degli account. Si può essere amministratori, gestori e responsabili di uno spazio virtuale, ma la sua proprietà resta della piattaforma. Per fare un esempio, le pagine pubbliche di un negozio su Facebook non appartengono al negozio stesso né all’amministratore. Ciò dovrebbe bastare per dedicare più di una riflessione sull’importanza di avere una strategia mai basata esclusivamente su questi canali, ma perlomeno differenziata tra piattaforme di proprietà, quali ad esempio un sito web, un blog, un e-commerce e tutto ciò che può essere gestito autonomamente dal punto vendita.
Vi è mai capitato? Parliamone nei commenti!