presbiti digitali

La stagione dei presbiti digitali

Digitando su Google “occhiali per vedere da vicino”, in meno di un secondo appaiono circa diciannove milioni di risultati. Dalle lenti monofocali alle progressive, passando per bifocali e soluzioni non convenzionali per compensarla, la presbiopia resta uno dei temi più ricercati in rete.

Un tempo i primi presbiti si rivolgevano a un professionista per capire come mai la loro visione da vicino fosse sfocata. Oggi, invece, la ricerca delle motivazioni di questo disagio visivo non è quasi più affidata a un contatto diretto, ma prevalentemente a una pagina di Google. Possiamo così parlare della stagione dei presbiti digitali. È qui che si gioca la nuova concorrenza per l’ottico moderno che non può più permettersi di avere un atteggiamento… miope.

Il percorso di solito prevede, infatti, un’indagine online per comprendere le cause del proprio problema visivo e successivamente l’individuazione della soluzione. Tra queste ultime i più ricercati in rete sono gli occhiali con lenti progressive perché, di fatto, fra ottime recensioni e pregiudizi, rappresentano comunque l’ideale per i presbiti.

In considerazione del fatto che gli utenti, in maggioranza, siano portati a consultare solo la prima pagina di ricerca e solo i più pignoli riescono a guardare la seconda pagina di Google, è facile immaginare quanto sia importante per un centro ottico apparire subito tra i primi risultati. Anche in questo caso un professionista dovrebbe essere pronto a gestire le possibilità che il digitale offre. Sarebbe un paradosso non comprendere e perdere tale opportunità di business.

È importante quindi conoscere prima di tutto come si comporta un neo-presbite, spesso allarmato e infastidito dalla visione non confortevole che la mancata correzione della sua problematica gli provoca.
Solitamente le grandi catene con team marketing interni riescono a sfruttare queste potenzialità che gli ottici meno consapevoli o strutturati non conoscono.

In pratica, costruiscono quello che in gergo tecnico si chiama “funnel di vendita”, ovvero un iter obbligato che il consumatore intraprende dal momento in cui scrive una parola nella barra di ricerca di Google sino alla finalizzazione dell’acquisto.

Il percorso di marketing è fatto di stimoli attivi la cui funzione è informare un soggetto presbite di ciò che è necessario per la sua situazione visiva. Inizialmente, ad esempio, gli viene offerta una guida o un video ad hoc da consultare gratuitamente in cambio di un contatto, ad esempio un indirizzo e-mail o un numero telefonico. Successivamente, il funnel di vendita prevede una seconda attività che cercherà di portare il consumatore fisicamente in un negozio di ottica, lo stesso cui è legato il contenuto pubblicitario apparso automaticamente nella ricerca su Google e che l’utente ha cliccato in principio.

In questo nuovo sistema di ingaggio tramite il web è importante comprendere, quindi, i comportamenti delle persone, gli stati d’animo e soprattutto il cambiamento avvenuto negli ultimi anni nel processo di vendita di una soluzione visiva.

Se ti è piaciuto questo post condividilo :)

Picture of Nico Caradonna

Nico Caradonna

Ottico, Ortottista e Blogger. Nel mio negozio sperimento tecniche di marketing per l'ottica e sul mio blog le racconto.

Ti è piaciuto il mio articolo? Ti ha ispirato particolarmente? Se ti va puoi ricambiare con un piccolo regalo: i miei preferiti sono libri! Li ho raccolti tutti nella mia lista di Amazon :)

Chi ha letto questo articolo ha letto anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.